Il vino compare già in Mesopotamia circa 7.500 anni fa, nel mediterraneo le tracce sono nel mito del Dionisio greco, il Bacco romano, indissolubilmente legato alla pianta della vite, simbolo della fertilità.
Molto probabilmente la presenza in Grecia di questa pianta e dei suoi miti ci è pervenuta dalle popolazioni dell’Europa del Nord, che producevano il vino quando le temperature delle terre, ora fredde della Scandinavia, permettevano la coltivazione della vite. Con il freddo queste popolazioni del Nord scesero verso il caldo del Mediterraneo diffondendo i loro usi e i loro cibi.
Il vino greco era prevalentemente bianco, si deve ai romani la diffusione della vite in Francia e in Italia con le loro conquiste territoriali.
Per capire come si fa il vino bianco dobbiamo parlare della “vinificazione in bianco”.
La vinificazione in bianco:
La tecnica di vinificazione specificata precedentemente definisce le caratteristiche dei vini bianchi, differenziandoli dai vini rosati e da quelli rossi. Nella “vinificazione in bianco” si possono utilizzare sia uve a bacca bianca che rossa o nera.
Quindi il colore del vino non dipende tanto dal colore delle uve, ma dal metodo di vinificazione, ci sono quindi vini bianchi provenienti interamente da uva a bacca nera.
Nella vinificazione in bianco l’eliminazione dei raspi (diraspatura) e la pigiatura dell’uva fatta in modo soffice precedono la fase della separazione delle bucce, dei semi, e dei vinaccioli dalla parte liquida (sgrondatura). Questa fase è molto importante perché il liquido prodotto (mosto fiore) non dovrà entrare in contatto con le vinacce, cioè con tutte quelle parti eliminate precedentemente, come la buccia. Svelato il mistero per il quale anche da uve rosse o nere è possibile produrre del vino bianco. Nelle bucce e nei vinaccioli ci sono oltre a sostanze aromatiche anche quelle che determinano il colore; quindi, è indispensabile la separazione prima descritta.
La vinificazione in rosso:
Nella vinificazione in rosso, le vinacce sono lasciate a contatto con il mosto, proprio per dare il tempo allo stesso di colorarsi con il rosso delle bucce. Le sostanze aromatiche presenti nelle vinacce danno al vino una maggiore struttura e corposità. Nella vinificazione in bianco si procede alla fermentazione del mosto, che avviene a temperature tra 16 e 20 gradi, le sostanze prodotte in questa fase esaltano gli aromi del prodotto.
La fase successiva (svinatura) consiste nell’eliminazione delle sostanze solide e dei residui della fermentazione, quindi si procede alla conservazione del vino in contenitori che impediscano il contatto con egenti esterni. Successivamente il vino sarà imbottigliato. Tra i vini bianchi più conosciuti troviamo Il Pinot Nero, il Pinot Grigio per la caratteristica legata alle bollicine il Franciacorta.